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L'ignoranza
17 anni dopo L'insostenibile leggerezza dell'essere
a cura di Giuseppe Crusco


Il Nespolo

L'ignoranza è l'ultimo romanzo Di Milan Kundera, l'autore dell'Insostenibile leggerezza dell'essere (1984).
Il romanzo, scritto in francese, lingua adottata dal 1995 con La lentezza, pubblicato in Spagna nell'aprile del 2000, uscirà in Italia il 23 maggio, presso Adelphi.
La trama racconta di un uomo e di una donna, fuggiti, come Kundera, dalla Cecoslovacchia comunista del 1969. Si incontrano all'aeroporto di Parigi, mentre stanno per fare ritorno, trent'anni dopo, a Praga. Irene non ritrova la patria sognata; Josef, invece, si sente rimproverato per essere fuggito, mentre il regime si accaniva contro i parenti dei fuoriusciti.
I due si ritrovano esuli in patria e l'estraneità raggiunge il punto più alto quando, dal confronto dei loro ricordi, scoprono che i rispettivi specchi non riflettono le stesse memorie. Ciascuno rammenta a suo modo; le origini diventano illusione alla prova della memoria la quale "può trattenere del passato solo un'insignificante minuscola particella, senza sapere perché proprio quella e non un'altra."
Non è solo il ricordo di una lontana e fugace storia d'amore ad essere minato dall'ignoranza, è la condizione di esilio, di estraneità dei protagonisti che smarriscono la loro identità man mano che si specchiano nella terra d'origine, ritrovata dopo tanti anni.
Fra le righe possiamo leggere la vicenda personale di Kundera, che ha preferito non fare ritorno a Praga e tagliare i ponti con la lingua d'origine: per l'esule, il più spietato degli specchi.
Con Calvino (Lezioni Americane), possiamo dire che anche i ricordi rivelano l'amara constatazione dell'insostenibile Pesantezza del Vivere.

Giudizio critico:
Con L'ignoranza Kundera dimostra di voler rischiare con un libro praghese sottile, che nulla concede ai riti letterari europei, che vogliono una letteratura conformista, che cancella diversità e differenze tra paese e paese. L'ignoranza è un romanzo del ritorno, e dell'incapacità di ricordare le cose della vita. (Roberto Cotroneo sull'Espresso).

Giuseppe Crusco


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15 maggio 2001